Il Documento per il padre
Comunicato stampa
Un gruppo di docenti universitari, scienziati, giornalisti, professionisti, operatori dell’assistenza ai genitori separati e dei diversi gruppi del movimento degli uomini in Italia, chiede la modifica dell’atteggiamento verso il padre nella cultura corrente, e nelle norme di legge. A un primo appello programmatico, qui riportato, seguiranno adesioni e iniziative volte all’informazione, e al coinvolgimento della classe politica su questo tema. Fin da questo primo documento, inoltre, i firmatari pongono la necessità di un maggior aiuto e riconoscimento al padre disposto ad assumersi ogni onere per il figlio concepito, che la madre sia intenzionata ad abortire.
Per il padre
La figura del padre è stata in Occidente separata dalle sue funzioni educative e sociali.
I risultati, del tutto prevedibili secondo tutte le Scienze umane, sono evidenti: insicurezza e difficoltà di iniziativa nei figli; incapacità di accettare il principio d’autorità; solitudine e fatica nelle donne madri nel dover assolvere da sole il peso educativo; frustrazione nei maschi adulti, svalutati in quest’aspetto essenziale dell’identità maschile. Una situazione fonte di danni gravissimi agli individui, alla vita di relazione e familiare, alla società, alla nostra civiltà. Occorrono attenti interventi, che ridiano dignità e responsabilità alla figura paterna.
Di grande significato affettivo, e simbolico, è la posizione del padre nei confronti del figlio procreato. La prassi oggi vigente, priva il padre di ogni responsabilità nel processo riproduttivo. Una situazione paradossale, ingiusta dal punto di vista affettivo, infondata dal punto di vista biologico e antropologico, devastante sul piano simbolico.
Per il bene dei figli, e della società, è necessario che al padre sia consentito di assumere le responsabilità che gli toccano in quanto coautore del processo riproduttivo. I casi di cronaca che presentano la disperazione dei padri, che vogliono, prendendosene ogni responsabilità, il figlio che la madre ha deciso di abortire, sono solo la punta dell’iceberg del lutto dell’uomo-padre, espulso dal processo di riproduzione naturale di cui è promotore. E’ necessario avviare una riflessione collettiva che equipari realmente la dignità della donna e dell’uomo nella procreazione, a garanzia della vita, della famiglia e della società. L’interesse e la volontà della donna devono essere opportunamente tutelati, nel quadro della cura sociale di difesa della vita, e di promozione della famiglia, nucleo vitale della comunità.
I sottoscritti cittadini, e gruppi lanciano quindi un forte richiamo alle forze della politica, e della società civile, perché ripensino le norme, e rimuovano i pregiudizi che sottraggono, al di là di ogni senso comune, il padre alla vita del figlio.
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è veramente importante quello che fate.
ma dovete riconoscere che non sempre la madre veramente decide di abortire, spesso è proprio la condanna anacronistica di genere che le viene spiattellata in faccia per cui ” tu sei la donna e tu devi crescerlo.. svezzarlo”, con pretese moderniste di libertà di azione e scelta concesse, ma istigazione al ruolo animale-primitivo di madre-femmina con cui vieni giudicata propensa a divenire madre o incapace e quindi subnormale e rinunciataria. Nella mia storia il maschio che mi ha messo incinta è stato molto esplicito nel dirmi che mi ha volontariamente messa incinta e che la donna si deve occupare del bambino. Un figlio che non era in programma ma per cui non ho voluto fare lo sforzo di immolare la mia vita visto che poi una volta nato comunque il “padre” avrebbe avuto diritti su di lui, nella trascuratezza a cui ci aveva augurati, perchè lui avrebbe preferito che io glie lo confezzionassi gratuitamente. Si deve smettere di demonizzare la condotta della madre abortente quando poi non si è clementi con le madri che commettono infanticidio postnatale o trascurano i loro figli!!! Non tutti i padri vivono un lutto, anzi, moltissimi se ne lavano le mani e la coscienza dell’aborto o della gravidanza portata a compimento. Talvolta trovando una nuova da ingravidare piuttosto che occupandosi di quella che finisce per abortire perchè in difficoltà. Sono assolutamente daccordo con la creazione di sistemi prenatali di responsabilizzazzione del padre ingravidante, sia che si giunga all’aborto sia che si giunga alla nascita del concepito, e ritengo che in questo non debbano essere fatte distinzione di condizione sociale o casta o fedina penale o religione, in ogni caso al momento del bivio decisionale : tenerlo o no, IVG o no, l’uomo deve essere tirato in causa che lo voglia o no, che sia stata o no clandestino il concepimento, considerato che alla madre che firma le carte di IVG viene garantito l’anonimato professionale non c’è motivo pratico per cui non lo si potrebbe mantenere anche per il maschio, che però comunque presenzierebbe con responsabilità e vivacità decisionale alla situazione!!! senza deleghe e deresponsabilizzazzioni comode.
Se tutto questo fosse stato realtà e non solo un idea sognata, forse adesso non starei cosi male. Mi sono sentita sola, sopratutto sola e umiliata.
cara amica condividiamo il suo dolore sinceramente. La lista per il padre è interessata a ricercare in tutti gli aspetti della figura del padre, a 360 gradi. Questo per dire che sappiamo benissimo che gli uomini si comportano come lei racconta, in modo irresponsabile, immaturo, violento. I casi di cronaca presentano ogni giorno situazioni di questo tipo. Quello che ci preme quindi è da un lato capire i motivi di questi comportamenti, anche per sottolineare come il comportamento individuale e il sentire personale siano influenzati da fattori anche esterni. Il caso della legge sull’aborto, ma anche di quella sul divorzio, mostrano l’aspetto diseducativo di normative che hanno sicuramente provocato irresponsabilità e superficialità sia negli uomini che nelle donne. Non vogliamo però dimenticare gli uomini che quel figlio lo volevano, ai quali la legge, la donna, e spesso la famiglia della donna hanno sbattuto la porta in faccia dicendo che la loro presenza non è importante. Come vede appunto è una ricerca totale sul padre (il che vuol dire anche la madre) e anche sull’identità maschile. Antonello Vanni, Lista per il padre